Per i tipi della Donzelli Editore è stato di recente pubblicato il libro Uguaglianza - Teorie, politiche, problemi di Eugenio Somaini, professore ordinario di Politica economica presso la facoltà di Economia dell’Università di Parma.
Scopo dichiarato dell’opera è essenzialmente quello di fornire spunti e strumenti concettuali per orientarsi nella grande varietà e nelle diverse dimensioni dei discorsi sull’uguaglianza.
In tale prospettiva l’analisi dell’Autore pone il focus sul significato della nozione di uguaglianza e del suo variegato manifestarsi, per dare risposta a domande del tipo: Uguaglianza di cosa? Uguaglianza tra chi? Uguaglianza in quale momento o in quale prospettiva temporale? Uguaglianza a quali condizioni? Com’è possibile confrontare situazioni caratterizzate da ineguaglianza e stabilire se in una di esse le ineguaglianze siano maggiori che nell’altra? Quali sono le possibili versioni o le specifiche norme in cui un principio genericamente ugualitario può essere tradotto?
Ognuna di queste questioni può essere affrontata - secondo l’approccio dell’Autore - solo scomponendola in una serie di altre più elementari; nella maggior parte dei casi la risposta non consisterà semplicemente nello stabilire che cosa si debba intendere per uguaglianza, ma anche se l’uguaglianza stessa, in ciascuna delle versioni ipotizzabili, sia possibile o desiderabile, non solo in termini pratici, ma anche di principio e strettamente etici.
La stessa rilevazione delle ineguaglianze solleva una serie di problemi legati alla scelta di una prospettiva temporale o generazionale, alla riduzione di un sistema complesso di ineguaglianze ad un indice unico, alla definizione degli ambiti territoriali sociali e politici per i quali si prospettano politiche ugualitarie.
Ciascuno di questi temi è stato trattato da molti autori e secondo una grande varietà di prospettive. Nell’impossibilità di dar conto di tutte, l’Autore comunque si è confrontato con i contributi più significativi degli ultimi decenni alla teoria della giustizia e dell’uguaglianza, passando in rassegna diverse teorie e posizioni: Rawls, Sen, Dworkin, Nagel, Walzer e molti altri ancora. Per gli autori più significativi, peraltro, non si è limitato a considerare le posizioni espresse sui singoli problemi, ampliandone invece l’illustrazione ai tratti più rilevanti delle loro concezioni generali della giustizia distributiva.
L’esposizione è accompagnata da espliciti riferimenti e da un rinvio alla bibliografia più significativa.
Il Prof. Somaini ci offre così un punto di vista in grado di integrare la riflessione teorico-filosofica con quella di carattere politico-economico: dalle politiche di lotta alla povertà alla cosiddetta affirmative action nella sfera dei rapporti tra generi o nei confronti di individui appartenenti a minoranze svantaggiate, al “reddito minimo garantito”, alle misure di sostegno delle retribuzioni più basse, alla proposta di una sorta di “lascito sociale”, e cioè di una dotazione patrimoniale uniforme che lo Stato dovrebbe garantire ad ogni giovane al raggiungimento della maggiore età.
Un cenno a parte merita la struttura del libro, articolato in ventuno capitoli, ciascuno dei quali tratta un argomento o una serie di argomenti distinti e può essere letto isolatamente; quando il discorso riguarda temi trattati più estesamente in altri capitoli, precedenti o successivi, vi è in genere un rimando esplicito; ciò non toglie che la disposizione dei capitoli rifletta un certo ordine logico e che la lettura di ogni capitolo sia agevolata o arricchita da quella dei capitoli precedenti.
Di particolare interesse il capitolo I, che esamina la varietà dei motivi che possono spiegare il manifestarsi di posizioni ugualitarie o che possono essere portati a favore della promozione dell’uguaglianza.
Di non minore rilevanza il capitolo IV, che approfondisce le versioni welfaristiche delle teorie della giustizia, quelle cioè che assumono come base di riferimento per la valutazione delle ineguaglianze i livelli di benessere o il grado di soddisfacimento delle preferenze.
Sul concetto di libertà, si segnala poi il capitolo VI, che si sofferma su tale specifico tema, che occupa un posto centrale nella nozione di valore e nelle concezioni della giustizia che vengono esaminate nel capitolo successivo. Ivi vengono illustrati la distinzione tra libertà formali (negative) e libertà sostanziali (positive), i rapporti che esistono tra di esse e i termini in cui si può parlare di una distribuzione uguale per l’uno o per l’altro tipo di libertà. Nella parte finale si esaminano il problema dei conflitti fra diverse libertà e la possibilità che alcune libertà siano limitate in nome di altre più fondamentali.
Di peculiare interesse anche il capitolo XV, che prende in considerazione quella che si potrebbe chiamare la dimensione spaziale delle ineguaglianze, e cioè il fatto che le norme di giustizia trovano definizione e applicazione solo entro i confini nazionali e che una medesima condizione oggettiva può dare luogo a diritti e/o doveri distributivi diversi a seconda che si verifichi in un paese piuttosto che in un altro.
Nel capitolo vengono esaminati i motivi per i quali le norme distributive hanno una portata quasi esclusivamente nazionale e considerati due possibili approcci al problema di una parziale estensione a livello internazionale delle norme stesse, uno che prevede forme di redistribuzione tra individui di diverse nazioni e un altro che prevede solo una redistribuzione tra Stati.
In logica continuità, il capitolo successivo affronta il problema della legittimità dei confini nazionali, di importanza cruciale una volta che si sia riconosciuto il fatto che la giustizia distributiva è in genere limitata ad un’ottica nazionale. La questione della legittimità viene affrontata dal punto di vista delle procedure politiche attraverso le quali i confini sono definiti o modificati e non da quello della natura o della qualità delle unità statali che gli stessi delimitano.
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